31.1.11

IL NUOVO CICLO DI CONTROCINEMA (FEBBRAIO)

PORCI ROSSI

a cura di Michele Baldini

L’ ideale e l’ ideologia di un movimento che ha investito un decennio e tutto il mondo non arrivano a compensare l’ incredibile fascino iconico che tutt’ oggi continua a rivestire, intatto e foriero di fonti di ispirazione. La gioventù dalle armi in pugno e dalla voglia di cambiare il mondo che nasce nel 68 e termina, profondamente sconfitta, con il post modernismo degli anni ottanta, ritrova più che mai adesso rinnovato vigore, in un’ epoca in cui i postumi dell’ 11 settembre sconfessano sempre più sia il capitale che i suoi nemici.

Mercoledì 3 febbraio ore 21 e 30


San Babila ore 20: un delitto inutile di Carlo Lizzani, 1976, ITA, 105’.

La storia di quattro ragazzi milanesi appartenenti all’ estrema destra, coinvolti nell’ omicidio di un “compagno” e di un malcapitato passante.

Un’ analisi a caldo, e per questo poco lucida, ma densa ugualmente di pathos, che rispecchia un periodo. La tenuta sulla condotta morale dei protagonisti pecca di eccessivo moralismo, ma restano affascinanti le scene d’ azione e il disegno caratteriale degli attori in scena. L’ estremismo ricercato non solo dalla “Milano Bene” come tentativo di difesa autoritario delle proprie origini e dei propri privilegi, ma anche dalla seconda generazione di immigrati del sud, a metà strada tra la ricerca di affermazione sociale e il superamento di una noia esistenziale pre-paninaristica.

Mercoledì 10 febbraio ore 21 e 30


Malcolm X di Spike Lee, 1992, USA, 202’.

La storia, basata sulla sua autobiografia, del leader afro-americano, morto assassinato nel 1965. Il percorso della sua formazione, da ragazzo cresciuto nei sobborghi di Omaha, Nebraska, tra un boogie woogie e un passaggio in prigione, alla sua evoluzione politica ed esistenziale verso l’ islam

Epopea barocca e didascalica di uno dei miti del regista. Più che un film un’ opera lirica dai toni mélo che racconta trent’ anni caldi e a lungo misconosciuti di storia americana. Senza omettere nulla, anzi aggiungendo dettagli, Lee ci dà anche la sua visione del mondo nero americano, melanoma benigno in una società dagli apparenti incorrotti costumi, repulso e tenuto nascosto fino all’ abbrutimento. Che può trovare riconoscimento solo attraverso il recupero delle proprie radici e una condotta irreprensibili. Tuttavia, tributando ad una incoerenza di fondo e insita nel sogno americano, visto come un incubo, le colpe di una rivoluzione mancata.

Mercoledì 17 febbraio ore 21 e 30

La Banda Baader Meinhof (Der Baader-Meinhof Komplex) di Uli Edel, 2008, GER, 150’.

La storia della RAF, l’ equivalente delle Brigate Rosse della BRD, attiva dal 68 al 93, rivissuta attraverso le storie dei suoi due principali protagonisti, Andreas Baader, freddo e impulsivo killer, e Ulrike Meinhof, ideologa del movimento. La storia di tutte le loro azioni dirette e quelle compiute dai seguaci.

Un resoconto storico di estrema precisione che evidenzia lo stretto legame tra un passato da cancellare e un presente irrisolto, nel paese simbolo della guerra fredda. L’ atto di fede della Meinhof, salvata dal giudizio di Edel (Christine F. Noi i ragazzi dello zoo di Berlino), già affermata giornalista, nell’ individuare nel boicottaggio e nel terrorismo l’ unica chiave di svolta contro un occidente in crisi (di coscienza e di idee) e un’ est europa che dava i primi segni del collasso.

Mercoledì 24 febbraio ore 21 e 30

United Red Army (Rengo Sekigun) di Koji Wakamatsu, 2008, GIA, 190’ (v.o. stt. eng).

La storia in tre atti del principale movimento di estrema sinistra giapponese degli anni 60.

L’ ennesima tendenza occidentale filtrata dall’ estremo oriente, si pregna di peculiarità proprie di un mondo altro, caricandosi di valori e significati che ugualmente aspirano a quello che si può chiamare socialismo, ma elaborati in maniera del tutto originale, trova nella pellicola di Wakamatsu un racconto d’ insieme, a metà tra il documentario e la fiction, che mischia abilmente l’ astrattezza e la misticità del cinema giapponese con il polàr di stampo transalpino.